"In every walk with nature one receives far more than he seeks."
(John Muir)
- 51.
Lo scorso maggio, mi ricordo di aver buttato lì in battuta Magari mi do al trekking, mentre tiravo fuori il mio vecchio tapis roulant dal garage "in attesa dell'estate". Mi rifiutavo di uscire al freddo e soprattutto al buio dopo il lavoro.
A giugno, inventavo il Roulantton, perché correre al chiuso mi deprimeva ancora peggio.
Quest'estate, passeggiavo per gli assolati sentieri montani di Asiago ripetendo il monologo di Solange, mentre scoprivo la bellezza del camminare all'aperto e iniziavo a godere dei suoi primi benefici.
A settembre, leggevo:
"I programmi di esercizio fisico non sono quello che molte persone pensano che siano. Non devi andare in palestra e pomparti come Arnold. Del sano esercizio fisico consiste principalmente in esercizio aerobico - qualsiasi cosa che aumenti il tuo battito cardiaco per 20 minuti almeno tre volte alla settimana. Non è poi così difficile. Una corsa in bicicletta, una passeggiata, del jogging, una corsa, o del sesso selvaggio per 20 minuti (sì, esatto - 20 minuti!)."
(Larry Winget, Sta' Zitto, Smettila di Lamentarti e Datti una Mossa!, My Life, 2017)
e, incoraggiata dalla mia estate salutare, dicevo a me stessa non sono proprio decrepita: aumento del battito per 20 minuti 3 volte a settimana... e dài, su, si può fare.
Quello che è accaduto dopo lo sapete. Ho iniziato a camminare più o meno tutti i giorni nei pressi del giardino di casa mia, poi è diventata un'oretta sulla collina quando ci stava, poi è diventata un'ora quasi tutti i giorni, e poi tutti i giorni come da programma di settembre.
Oggi faccio due o tre ore quasi tutti i giorni in giro per Bologna, e lungo i percorsi CAI - quelli segnalati col colore bianco-rosso, con qualunque temperatura. Mi ritrovo a fare escursionismo ormai in mezzo al pantano, fin sopra la testa, se ha piovuto, coperta completamente con cuffia, cappuccio, sciarpa a filo naso e guanti, ovvero del tempo non mi importa più niente. Io cammino. La cosa che preferisco è l'acqua, camminare vicino a fiumi, torrenti. Che in questa stagione sono limpidi e rigogliosi, trasparenti (maltempo a parte), ma non ancora ghiacciati, e scorrono sopra sassi tondi e marroni. E il rumore che fanno è magnifico. Non ho più l’angoscia quando penso al cibo, al mio peso, al mio corpo, al mio spirito inquieto e desiderante. Non so come, camminando, tutto si sistema da solo.
"I vantaggi aumentano se si passeggia all'aria aperta, nei parchi o, meglio ancora, nei boschi o in aree non contaminate dall'inquinamento dei gas di scarico delle automobili. In Giappone, ad esempio, immergersi nel verde per passeggiare o semplicemente per fare meditazione è considerato una vera e propria forma di terapia alternativa. Questa attività si chiama Shinrin-yoku e, secondo una ricerca giapponese che ha preso in esame più di venti centri che la praticano, passeggiare nel bosco circondati da alberi e cespugli aiuta a potenziare le proprie difese immunitarie, regolarizza pressione arteriosa e battito cardiaco, abbassa il colesterolo cattivo e riduce i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. Responsabili di tutti questi benefici sono alcune sostanze bioattive provenienti dalle piante, in particolar modo i terpeni, particelle gassose rilasciate dalle foglie e dagli aghi degli alberi che il corpo umano assimila principalmente grazie ai polmoni e, in parte, anche attraverso la pelle. Oltre alla semplice camminata, lo Shinrin-yoku presuppone un'immersione totale nella natura, un autentico tuffo nell'atmosfera boschiva, proprio come suggerisce il nome che, tradotto, significa "fare il bagno nella foresta". Gli esperti consigliano infatti di respirare in modo profondo e prestare attenzione ai suoni e ai colori dell'ambiente, immergendosi nell'aria boschiva con tutti i sensi. In Giappone questa procedura viene addirittura sovvenzionata dal sistema sanitario nazionale, nonché studiata da numerose università e istituzioni."
(Daniele Tarozzi, Datti una Mossa!, Macro Edizioni, 2017)
A parte il fatto che quando cammino ricomincio ad avere la capacità di pensare, e questo mi mette di buon umore, la mente mi diventa prolifica proprio, e dopo so sempre cosa scrivere, e il mio audiolibro o la musica giusta mi fanno sentire incredibilmente libera. Il mio corpo si ossigena e torna a funzionare, me ne accorgevo soprattutto all'inizio dai formicolii pruriginosi della circolazione che riprende ogni volta a pompare nelle gambe, e il grasso che cola dallo sterno in giù lo sento sciogliersi sotto la maglia. La mia schiena non mi fa più male, ho molto più fiato di supporto alla vocalità, e il diaframma è meno flaccido e più fermo sugli addominali, oltre al fatto che lo sforzo mi toglie la fame per un po'.
La mia dieta risanante e il mio dottore bravo hanno eliminato intolleranze e problemi di stomaco. Inutile dire quanto stia meglio, a prescindere dal camminare, e quanto sono grata per questo. Certi disturbi fisici diventano invalidanti al punto da debilitare persino la mente, fino a ripercuotersi anche sulla vita sociale. Soprattutto se ci si convince che non c'è niente da fare.
Oggi sono felice di come sto. Sono tornata al mondo.
Poi, quando la fame riprende, dopo la doccia e tutto il resto, ed è ora di mangiare, scatta una componente difensiva potentissima: "Butteresti tutto all'aria, ora, se ti ingozzassi. Ne vale la pena?"
In generale, è come se scaricassi tutte le mie energie in un finale, diffuso, senso di benessere generale. Sono leggera, sto bene.
Siamo fatti per muoverci. Non è vero?
Il mio programma quotidiano, stilato a settembre, si è ridotto, stando più tempo fuori, a: cammino, scrittura e Accademia (ovvero recitazione ed esercizi di doppiaggio). Ho scaricato l'app Runtastic e soprattutto Wikiloc, che segnala percorsi ciclopedonali, di trekking o escursionismo registrati dagli utenti, da cui ho ricavato alcuni percorsi utili e su cui oggi registro io stessa i miei.
Mi piace sperimentare strade nuove, e, a questo punto, mi son detta, tanto vale iniziare a uscire da Bologna.
E il mio pensiero è andato di nuovo alla prossima estate.
Ho comprato:
- di Fabrizio Ardito, Italia a piedi, Touring, 2013;
- di Simone Frignani, Italia coast to coast, Terre di Mezzo;
- di Davide Comunale, La Magna via Francigena. Sicilia a piedi da mare a mare, Terre di Mezzo, 2017;
- di Gian Luca Boetti, Mediterraneo: i trek più belli. 21 itinerari imperdibili tra Italia, Francia, Grecia e Spagna. Con mappa, 2015, libro quest'ultimo ricco di foto meravigliose dell'autore anche fotografo.
Ho iniziato a tenere d'occhio siti come:
- https://percorsiditerre.it/
- https://www.apiediperilmondo.com/
- http://www.itexists.it/tours/
- http://www.mangiaviviviaggia.com/
- oltre a quelli segnalati da questo articolo de La Stampa: "Vacanze a piedi che aprono il cuore, suggerimenti pratici per trovare tutte le offerte"
Due o tre ore di seguito in giro per la città non sono nemmeno la metà di quello che dovrei fare al giorno volendo sperare di affrontare qualcosa come uno dei Cammini qui sopra; per di più, io cammino senza zaino. Forse con quello non riuscirei a fare nemmeno dieci minuti.
Un altro problema è che, quando è più freddo e sono più coperta, sotto la cuffia e la sciarpa e il cappuccio e tutto il resto sudo tantissimo, e, quando torno a casa, la prima cosa che faccio è infilarmi sotto una doccia bollente. Questo significa che, ogni volta che esco, so che al ritorno dovrò lavare anche i capelli, e non sono contemplate pause in cui rimango ferma da qualche parte. Se volessi fare un percorso di più giorni, per una media di sei ore di cammino al giorno, lo dovrei dividere in due volte da tre ore, o in tre volte da due, con pause di cibo e/o riposo nel mezzo. E come faccio a fermarmi senza ammalarmi? Forse si cammina solo d'estate, quando si è scoperti e il sole rende tutto caldo sempre? Perché non credo di poter evitare di rompermi schiena e piedi andando avanti per sei ore consecutive.
E i vestiti? Sarebbero da lavare tutti i giorni! Ma non si può fare uno zaino-valigia con mille cambi dentro...
Agli escursionisti abituali: ma voi come fate?
Per iniziare, ho pensato potessero tornare utili percorsi di prova, organizzati da accompagnatori esperti, come i cinque giorni viandanti lungo La via degli dei, per esempio.
Da non confondersi con Il Sentiero degli Dei, che sta al sud ed è un'altra cosa.
Per un po' ho tenuto d'occhio iscrizioni a pacchetti in cui ti trasportano anche lo zaino, tu devi solo camminare senza preoccuparti di niente. Tuttavia, di solito, mi stanno un po' strette le situazioni di gruppo con orari obbligatori e nessuno spazio individuale per costruire il mio percorso, in tutti i sensi.
Ma ecco alcuni video in cui ho trovato alcune delle risposte che cercavo e che mi hanno aperto gli occhi su quello che mi aspetterebbe sul Cammino di Santiago:
Cos'è il Cammino di Santiago - La Guida completa - video 1/6
Cammino di Santiago - Giornata Tipo del Pellegrino
Preparazione Zaino o Borsa per il Cammino di Santiago portoghese
Così, alla fine, ho preso una decisione. Un percorso che non ho trovato già organizzato da nessuna parte, un percorso spirituale, arrivato dal cuore, la cosa che sento di dover fare, più vicina a quello che sarebbe una parte, un terzo, del Cammino. E sarebbe La Prova.
Ed è partire da casa mia e arrivare a piedi al Santuario della Santa Chiesa di Loreto. Voglio dire, seguire la via Emilia da Bologna fino a Rimini, poi il lungomare fino a Falconara Marittima, nelle Marche, e poi scendere verso Loreto.
L'ho diviso in tredici tappe, illustrate qui sotto, con anche i posti dove dormire già adocchiati e non lontani dalla strada principale che percorro: per un'andatura media standard come la mia (5km/h), si tratta di una media di cinque ore di cammino al giorno. Con lo zaino.
1ª tappa: Monte San Pietro - Porta Maggiore (BO)
2ª tappa: Porta Maggiore - Castel San Pietro Terme (BO)
3ª tappa: Castel San Pietro Terme - Ponte del Castello, Faenza (RA)
4ª tappa: Ponte del Castello - Forlì (FC)
5ª tappa: Forlì - Cesena (FC)
6ª tappa: Cesena - Savignano sul Rubicone (FC)
7ª tappa: Savignano sul Rubicone - Rimini (RN)
8ª tappa: Rimini - Gabicce Mare (PU)
9ª tappa: Gabicce Mare - Fano (PU)
10ª tappa: Fano - Senigallia (AN)
11ª tappa: Senigallia - Falconara Marittima (AN)
12ª tappa: Falconara Marittima - Camerano (AN) OPPURE Castelfidardo (AN)
13ª tappa: Santuario della Santa Casa di Loreto (AN)
Sono circa 250 km, in totale. Per una media di 20 km al giorno.
E poi il massimo sarebbe proseguire, con un'altra decina di giorni a disposizione, per Assisi. E poi per Cascia.
Tre tappe spirituali fondamentali, per me.
Diciamo all'inizio dell'estate.
Se sopravvivo.
Questa settimana inizierò la Scuola di Teatro, e pratica in sala di incisione in Accademia. Finalmente.
E poi, la mia quarta e ultima medaglia d'argento.